Guest post: La pubblicazione di articoli a pagamento su siti autorevoli

Tra le tattiche più diffuse per promuovere un sito web c’è quella di inserire un link all’interno di un articolo pubblicato su un sito di alta qualità. Detto in due parole: guest post. Comprare articoli è una pratica che se ben calibrata può conferire al sito un link di qualità che riesce a migliorare la posizione sui motori di ricerca per una determinata keyword.

Con il lancio dell’algoritmo Penguin, vengono penalizzati i siti con all’interno link in uscita apparentemente “forzati” o innaturali. Le anomalie riscontrate da Penguin servono ad evitare che si trucchino i risultati di ricerca con tecniche SEO come quella del guest blogging, cioè comprando la pubblicazione di articoli con un link verso un determinato sito.

Come chiarisce anche Matt Cutts, il responsabile del team anti link spam di Google, questa tecnica non è necessariamente penalizzante. Un approccio intelligente, la qualità del sito che ospita e la qualità dell’articolo sono criteri che non solo evitano la penalizzazione, ma conferiscono in realtà forza al link.

L’articolo deve contenere informazione originali e utili per il lettore. Comprare articoli da 200-300 parole che trattano contenuti in modo palesemente banale, senza fornire nessun tipo di informazione realmente utile per l’utente, sono un indizio di potenziale “manipolazione SEO”, quindi un segnale che potrebbe indurre Google a penalizzare non solo il sito ricevente ma anche il sito che ospita l’articolo. Al danno si aggiunge la beffa: soldi buttati e si rischia di peggiorare invece di migliorare la visibilità sui motori di ricerca.

Ottimizzare non significa manipolare. La scelta di un paniere di keyword variegato e un numero differenziato di pagine a cui linkare sono un attributo che evidenzia naturalità, mentre scegliere di pubblicare 50 articoli con le stesse keyword che puntato tutte alla stessa pagina, è invece un segnale che desta il sospetto di attività manipolatorie.

Ancora una volta la qualità dei contenuti è al centro delle nostre discussioni, e non solo per speculazioni accademiche ma perché la nostra esperienza ci indica che la qualità è la chiave per il successo di un sito. Comprare gli articoli è una buona tecnica a condizione che sia eseguita in modo corretto. La nozione fondamentale da cui bisogna partire è che il motore di ricerca è un simulatore dell’intelligenza umana. La filosofia che orienta Google si radica sulla capacità da parte di un computer di dare agli uomini la miglior risposta possibile ad una determinata domanda. Google è un grande selezionatore di riposte. Sceglie quelle di qualità in forma di testi, video, post, articoli, insomma contenuti con informazioni utili per gli utenti non argomenti scopiazzati, con informazioni banali che servono solo a riempire un testo di 300 parole. Se la risposta ad una domanda è il risultato di una manipolazione, significa offrire all’utente un servizio non soddisfacente, in questo caso comprare articoli non conviene.

Il lavoro di Google è quello di fornire le risposte migliori alle domande a cui viene sottoposto. Chi manipola i risultati delle risposte attacca il nucleo stesso su cui si fonda il gigante il Mountain View. Parliamo di Google come sinonimo di motore di ricerca con la consapevolezza che non è l’unico, ma che in Italia assorbe oltre il 90% delle ricerche, mentre gli altri motori hanno un ruolo estremamente marginale.

Comprare articoli quindi è conveniente o no? Si, dipende. E in quel dipende che sta il lavoro di professionisti che qui si mettono a vostra disposizione per una consulenza gratuita.

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